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Uniti per la mobilità dolce

Più di 20 associazioni si sono messe insieme per promuovere il muoversi lento a piedi, in sella a un ciclo o sui vagoni delle ferrovie storiche. Anna Donati ci spiega obiettivi e desideri.

Insieme per promuovere il turismo lento. È l’intento di A.Mo.Do  l’Alleanza per la Mobilità Dolce creata nel 2017 da 22 associazioni e alla quale hanno già aderito altre 10 organizzazioni. Un gruppo unito dai valori del Manifesto e attivo nella sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui benefici del muoversi “slow”, ma pure promotore di eventi come la Primavera della Mobilità Dolce. A raccontare la filosofia e le prospettive dell’Alleanza è la portavoce Anna Donati.

D. Quali sono gli obiettivi di A.Mo.Do.?
R. L’alleanza mobilità dolce nasce dalle comuni esigenze di associazioni legate al turismo dolce, con l’obiettivo di fare rete creando una “massa critica”. Gli obiettivi sono principalmente tre: far crescere l’idea di viaggio dolce come mezzo di diffusione culturale, fare rete tra le diverse tipologie di associazioni presenti sul territorio nazionale, dare gambe ai progetti e alle idee concretizzandole. A.Mo.Do., inoltre, vuole essere un contesto nel quale si parla del turismo dolce ad ampio respiro, dalla mobilità ciclistica al trekking, dal viaggiare su treni turistici alle escursioni sulle greenways. Modalità con il medesimo interesse, poiché l’uno si può integrare con l’altro. Dietro questi progetti c’è un’idea di tutela del territorio, di sostegno alle economie locali e alle aree interne, di turismo sostenibile e di viaggio lento nella bellezza del paesaggio italiano. Per questo l’Alleanza per la Mobilità Dolce è stata creata da associazioni che si impegnano su tutti questi obiettivi di interesse collettivo.

D. Quanti italiani scelgono il turismo lento?
R. Bisogna differenziare i numeri in base allo strumento. Secondo lo studio condotto dalla Direzione Generale per le Politiche Interne del Parlamento Europeo nel 2012, l’impatto economico del cicloturismo è stato significativo: la stima è di 2.295 milioni di viaggi, per un giro d’affari di 44 miliardi di euro all’anno. Per l’Italia il valore attuale del cicloturismo sarebbe di 2 miliardi di euro all’anno, pochi rispetto agli 11 miliardi della Germania o ai 7 della Francia. Per quando riguarda il treno turistico, stando ai dati FS e Asstra, sono 110 mila gli italiani che hanno scelto questa modalità escursionistica nel 2017, di cui circa 70.000 quelli che usano i convogli turistici di Fondazione FS. Per i cammini la riflessione è aperta ed ampia: rispetto a chi acquista dei biglietti, contare quante persone camminano e dove è molto complesso. La più rilevante realtà italiana che conteggia gli amanti del passo lento è l’Associazione Europea Via Francigena che nel 2017 ha registrato oltre 40 mila presenze sui loro sentieri. Un numero al quale si dovrebbero aggiungere i pellegrini che hanno scelto altri cammini e, forse, chi la domenica si sveglia all’alba per fare un’escursione nella natura. Un ragionamento analogo riguarda i ciclisti, dato che si pedala da soli o in gruppo, per benessere, per turismo, o per relax, ma pure per agonismo o nelle randonnée amatoriali.

D. Nel 2017 sono stati approvati documenti di rilievo per il turismo dolce. Può ricordarceli?
R. Gli ultimi due anni sono stati decisivi per il turismo dolce grazie alle molte norme approvate in materia. Il Parlamento e il Governo si sono dimostrati attenti, a conferma che al crescere della sensibilità e della pratica aumenta anche l’interesse delle istituzioni. Importante è stata l’approvazione del Piano Strategico del Turismo 2017-2022 contenente direttive intese a tradurre le parole in azioni concrete. Promosso dal Comitato Permanente di Promozione del Turismo, con il coordinamento della Direzione Generale Turismo del MiBACT, ha l’obiettivo di fornire all’Italia una visione strategica e unitaria del turismo e della cultura, ponendo il settore turistico al centro delle politiche di sviluppo del Paese in modo concreto. Altro provvedimento deliberato dal Parlamento è la Legge per le Ferrovie Turistiche (Legge128 del 2017) che riconosce lo sviluppo dei tour sui binari come un elemento di valorizzazione del patrimonio e delle linee locali. L’ultima legge di rilievo approvata riguarda la mobilità ciclistica (Legge 2 del 2108), una norma importante per sostenere la mobilità a pedali. Una vittoria per i trasporti, le città, l’ambiente perché favorisce la crescita della mobilità ciclistica non solo in città, ma anche sulle ciclovie turistiche. Provvedimenti buoni nei contenuti, ma che per concretizzarsi attendono l’emanazione di documenti di attuazione, quali la realizzazione di un piano nazionale delle ciclovie e della mobilità dolce. Il nostro impegno è fare pressione sulle istituzioni per far sì che questo accada.

D. La norma per le ferrovie turistiche che cosa prevede?
R. È una legge che permette l’istituzione di ferrovie turistiche grazie al reimpiego di linee in disuso o in dismissione situate in prossimità di aree naturalistiche, piccoli borghi, zone archeologiche o di pregio paesaggistico. La gestione commerciale dei tratti di ferrovia può essere portata avanti da associazioni o enti operanti nel settore culturale, ambientale o turistico e, in alcuni casi, prevede pure la circolazione dei “ferrocicli”, mini convogli azionati pedalando. Nonostante le buone notizie, la legge è rigida e complessa. Per esempio non è ancora chiaro nel Contratto di Programma RFI e FS per gli investimenti come devono essere ritrovate le risorse. Inoltre, devono essere emanati numerosi regolamenti attuativi perché la diffusione dei treni turistici diventi concreta.

D. Quali le azioni da fare per promuovere e incentivare il turismo lento?
R. Provare per credere può essere la migliore azione da fare! I benefici psico-fisici che genera il turismo lento sono unici e non lo dice A.Mo.Do., lo dicono le persone, anche quelle che non ci conoscono! Condividere la bellezza di questo modo di fare, perché alla fine di questo si tratta, è un ottimo modo per seminare una nuova idea di viaggio, che sia a piedi, a due ruote, su un treno turistico, un modo diverso di vivere il territorio, assaggiare i prodotti locali e godere della bellezza del paesaggio.

D. Ci sono stime dei posti di lavoro e del giro d’affari che potrebbe generare l’incremento della mobilità lenta?
R. Non si è ancora effettuata una analisi del contesto da questo punto di vista. Mi viene in mente il grande tema legato all’assistenza alle persone con disabilità o agli anziani che apre proprio dei mondi ancora tutti da esplorare, ma ai quali ci si arriverà. Come tutti i temi innovativi serve una visione, tanta passione, impegno e competenza perché il nostro sogno del viaggio lento diventi una realtà diffusa in Italia.